Le bambole di Grottaglie o pupe
Se siete stati in Puglia, oppure frequentate botteghe di rigattieri o oggetti d’arte, vi sarete sicuramente imbattuti in questo curioso oggetto a forma di giara ma dalle sembianze antropomorfe. Stiamo parlando delle pupe o bambole di Grottaglie. Ebbene dovete sapere che dietro la creazione di questo artefatto si cela una storia fantastica i cui contorni si perdono ormai nelle pieghe del tempo. Se curiosi di conoscerla proseguite in questa lettura.

La leggenda vuole che nel Settecento un vignaiolo di Martina Franca abbia preso in sposa una splendida fanciulla del vicino paese Grottaglie. La sorte volle che la bella sposa, essendo grottagliese, non potesse esimersi dal rispettare una pratica medievale allora vigente nel paese. Tale consuetudine prevedeva per le novelle spose il trascorrere la prima notte di nozze con il ricco feudatario di Grottaglie. La cosa logicamente non piacque al vignaiolo, il quale , toccato nell’orgoglio, si rifiutava di accettare un simile affronto.

Decise perciò di agire d’astuzia. Si sarebbe travestito da donna e immolato al piacere del principe, facendo così salvi la virtù della donna ,ma soprattutto il suo orgoglio. E così fece. Si vestì da donna e con abiti fastosi e si recò al castello, dimenticandosi però di curarsi del particolare che più l’avrebbe reso riconoscibile: i suoi baffi. Quando arrivò al cospetto del principe il raggiro fu talmente evidente che la condanna del principe fu immediata: “a morte!”. Solo in seguito, visto il ridicolo travestimento del vignaiolo, che procurò una grassa risata generale, tornò sui suoi passi. Scoperto dunque che l’impostore possedeva un pregiato vigneto, gli intimò, per evitare la pena peggiore, di portare a corte tutto il vino ottenuto dai suoi terreni all’interno di anfore che avessero le sue fattezze di travestito.

Il povero vignaiolo passò in rassegna tutte le botteghe ceramiche del quartiere per farsi realizzare delle anfore ispirate al suo travestimento. L’impegno e la maestria dei figuli grottagliesi produssero settecento di queste anfore antropomorfe che permisero quindi al vignaiolo di pagare pegno e avere così salva la vita. Fu così che dal tragicomico inganno di un vignaiolo al suo feudatario e dalla maestria degli artigiani grottagliesi nacque la preziosa bambola baffuta dello ius primae noctis.
Così si conclude questa fantastica storia. Certo qualche scettico storcerà il naso dicendo che si tratti di una mistificazione frutto di una fantasia tramandata nel tempo, ma a noi, in realtà, piace immaginare che sia andata proprio così.
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